IAN GIOVANNI SOSCARA

DEPRESSIONE


AMBITI INTERVENTO

Il termine depressione è già di per sé sufficientemente chiaro. Il suo significato trae le sue origini dal verbo latino deprimere, ovvero premere verso il basso, come se qualcosa spostasse il nostro baricentro verso terra. È così infatti che ci si sente quando un evento ci butta giù e ci rende più pesanti, più attratti verso il suolo. La spinta evolutiva dell’uomo fin dai primi giorni della sua vita compie un duplice movimento:

Un primo gesto vede l’uomo protrarsi verso l’alto, verso la crescita, verso il cielo, alla ricerca dello spirito, del divino. Contemporaneamente, gli istinti, la natura più intima, le parti più profonde della nostra anima ben difese dalla ragione, ciò che lo stesso Freud chiamava Es, sono costantemente vive e presenti e ciattraggono verso terra.

Sono proprio queste ultime, che insieme alla rete di relazioni significative che viviamo ogni giorno, ci ricordano chi siamo e cosa vogliamo.

La depressione, vista come blocco esistenziale è invece di incredibile valore nella misura in cui venga presa in considerazione come un segnale profondo della nostra anima che soffre perché non viene udita.

Se nella costruzione dei nostri reali legami relazionali ( familiari, sociali, lavorativi e sentimentali), se nella ricerca della nostra rotta, della nostra realizzazione, non prestiamo attenzione anche alle nostre pulsioni più profonde, ecco che qualcosa deve fermarci, deve ricordarci ciò che sentiamo vicino alla nostra natura.

La depressione potrebbe portare con sé questo altissimo incarico.

Spesso suggerisce all’anima di non smettere di creare.

La creatività potrebbe essere una delle nostre più efficaci e potenti medicine che riconduce all’equilibrio tra cielo e terra, tra alto e basso, tra ragione e istinto.

Lo sgomento, l’angoscia e l’agitazione sono ottimi promemoria per non dimenticarci mai di assumerla.

Sollevarsi da una depressione, ascoltare ciò che ha da dirci, equivale a sforzarsi di comprendere che a volte la sofferenza non va necessariamente curata, ma capita.